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LA RIVOLUZIONE DELL'INFORMAZIONE

3.1. Il giornale elettronico. Come farlo
3.2. Da lettori e telespettatori a cyberutenti: l'informazione personalizzata
3.3. Una rete globale per l'informazione locale: le ultime sul quartiere da Internet
3.4. La ridistribuzione nella gestione delle notizie
3.5. Ma il reporter serve ancora?

 

PARTE TERZA

LA RIVOLUZIONE DELL'INFORMAZIONE

3.1.
Il giornale elettronico. Come farlo

Internet come territorio di sperimentazione e di promesse in quella che sembra apparire come la "questione elettronica" dell'editoria alle soglie del 2000, discussa ed alimentata dal dibattito tra giornalisti ed editori apocalittici e integrati. Il dilemma che arroventa le discussioni e strizza le meningi degli sviluppatori dei siti Web, attualmente in grande fermento e movimento, è come realizzare le versioni online dei giornali cartacei e come proporre nel miglior modo su Internet i contenuti giornalistici dei quotidiani. Il dubbio, paradossalmente, in un ambiente di alta innovazione tecnica come quello della Rete, non è solo di tipo tecnologico ma anche di tipo culturale. Lo schermo del computer non è il giornale: ha una superficie di lettura più ristretta e l'occhio interagisce con una fonte luminosa dinamica. La mente e i processi cognitivi si devono adattare a questo scenario. Tutto ciò impone una struttura diversa nella proposizione dei contenuti testuali 1. Il nuovo formato, necessario per entrare nel nuovo mondo della diffusione dell'informazione online, almeno in Italia, stenta ad essere individuato. La fase pionieristica e piuttosto ingenua dell'arrembaggio primordiale al ciberspazio da parte dei grandi editori della stampa italiana ha prodotto più fallimenti che risultati. All'inizio si è puntato soltanto ad esserci e a trasferire i contenuti cartacei sulla Rete, aggiustando titoli e articoli alla bell'è meglio. Il "trasloco" ha lasciato parecchi cadaveri tra le acque gelide dei cimiteri fluttuanti del WWW: pochi si sono mossi, alcuni hanno perfino rinunciato al mezzo, ritenendo l'avventura elettronica inutile o al momento prematura. Eppure nelle redazioni-laboratorio di alcuni quotidiani italiani che stanno sviluppando siti Internet (le più esigue della storia del giornalismo, composte da 1-2 massimo 3 giornalisti oltre a qualche grafico) la ricerca è frenetica e potrebbe portare a buoni risultati editoriali

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LA RIVOLUZIONE DELL'INFORMAZIONE

3.2. Da lettori e telespettatori a cyberutenti: l'informazione personalizzata

Da Tony Vagnarelli, 39 anni, sposato, professione operatore culturale, il futuro è arrivato sotto forma di cartolina postale. Un giorno, aprendo la cassetta delle lettere della propria abitazione, l'uomo ha scoperto che la Stream, società creata dalla Stet per lo sviluppo della tv digitale, aveva inserito il suo nome tra i possibili utenti presso cui sperimentare il "video on demand". Accettata la proposta da quel giorno la "tele-vita" di Vagnarelli, una delle 500 "cavie" a Roma (le altre 500 sono a Milano) che hanno usufruito di speciali servizi televisivi, è mutata: al suo ritorno a casa la sera invece di attendere l'orario d'inizio di un film o di un varietà su uno dei soliti canali, egli si è costruito per mesi insieme alla propria famiglia un palinsesto personale potendo scegliere su un menù diviso per settori i programmi che più interessano e che arrivano direttamente a casa attraverso i cavi del telefono. Film, intrattenimento, shopping e, tra breve, anche informazione vengono forniti dalla Stream attraverso la digitazione di una password con una completa assitenza tecnica tramite numero verde attivo 24 ore su 24. L'utente si dice soddisfatto e reputa la possibilità di personalizzare il proprio palinsesto televisivo, "interagendo" con il televisore, un'innovazione positiva. L'esperimento, avviato per mesi (ora la Stream sta attivando il servizio a livello commerciale), anticipa i processi che stravolgeranno il consumo dell'informazione e dei media più in generale. Lo sviluppo della tv digitale, sebbene ai prodromi, è il capovolgimento dell'obiettivo finale dell'informazione: dall'informazione massificata "broadcast" all'informazione personalizzata, dai "mass" ai "my" medium. Ma come si snoda questo processo comunicazionale che entro breve produrrà effetti determinanti sul nel consumo delle informazioni? Il primo impulso a questo processo è dato dall'interattività, ovvero l'interazione tra chi emette e chi riceve il messaggio, oggi possibile grazie all'evoluzione telematica applicata anche alla televisione che consente di attivare un interscambio di informazioni a due vie...

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LA RIVOLUZIONE DELL'INFORMAZIONE

3.3. Una rete globale per l'informazione locale: le ultime sul quartiere da Internet

"'The Omnivore' è un servizio per la diffusione quotidiana di informazioni e eventi che accadono nel mondo, non affiliato a nessun gruppo economico o partito politico. 'The Omnivore' si propone di fornire una copertura globale delle notizie dando spazio a qualsiasi fonte, anche da regioni che normalmente sono ignorate dai flussi informativi. Ogni informazione diffusa da 'The Omnivore' proviene, inalterata rispetto alla sua forma originale, da molteplici sorgenti e numerosi punti di vista per consentire una lettura dei fatti non mistificata dalla propaganda e da altre intenzioni non-informative". (Dalla home page di "The Omnivore", servizio quotidiano indipendente di informazioni su Internet con sede negli Usa). Autonomia, libertà, obiettività, assenza di censura, "orizzontalità" nella diffusione delle notizie. Un sogno che il giornalismo non è mai riuscito a raggiungere, essendo l'attività di chi scrive per informare così legata alla forza del potere e all'interpretazione personale nella rappresentazione di un fatto. Eppure l'avvento di Internet sta in qualche modo dando la possibilità di rimescolare le carte in tavola e porre le basi per una possibile ridistribuzione delle informazioni. Quello di "The Omnivore" è un caso simbolo dell' "informazione orizzontale" sulla Rete, cioè la possibilità per ogni soggetto che produce notizie di avere le stesse chance e la stessa posizione di partenza per quanto riguarda la diffusione dei contenuti. Il servizio ha l'obiettivo di fornire ai propri lettori, con una copertura editoriale efficace e puntuale, un punto di vista imparziale nell'interpretazione dei fatti attraverso la proposizione di diverse prospettive sullo stesso accaduto. Un intento perseguito con il modo con cui sono offerti i notiziari, frutto di una selezione che attinge da fonti americane, africane, europee ecc. Ammesso che lo scopo perseguito possa essere effettivamente raggiunto, l'humus nel quale si muovono numerose fonti informative sulla Rete simili a "The Omnivore", pone comunque le basi per un capovolgimento dell'assetto "verticale" nella distribuzione delle informazioni finora vigente: pochi centri irradianti, secondo la logica della comunicazione di massa "da uno a molti", che producono la maggior parte delle informazioni circolanti nel pianeta 1. Ma ora una rivoluzione sembra alle porte ed è connessa con la presenza di un mezzo senza confini e sistemi di filtro e controllo, su cui viaggiano testi fruibili liberamente, reperibili in quasiasi luogo...

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LA RIVOLUZIONE DELL'INFORMAZIONE

3.4. La ridistribuzione nella gestione delle notizie

Vi è una regola fondamentale che si apprende in tutte le scuole di giornalismo o si impara lavorando nelle redazioni di un giornale. L'importanza di una notizia da pubblicare è strettamente connessa al luogo dove il fatto è accaduto e alla distanza che divide l'area dove l'informazione verrà diffusa e il Paese teatro dell'accadimento. La comunicazione sulle pagine di un giornale italiano di un terremoto con centinaia di morti in Cina assumerà sicuramente meno importanza, nella gerarchia dei fatti, di quella dell'omicidio di una giovane coppia compiuto da un maniaco in Italia, nonostante la diversa entità del dramma sul piano delle persone coinvolte. Questo "comportamento redazionale" viene definito dal cosiddetto diagramma chilometri/vittime: maggiore è la distanza, minore sarà l'interesse del pubblico. Quindi nella valutazione della notizia sarà decisivo contare, in un computo macabro, morti e chilometri: per mettere sullo stesso piano il disastro in India e l'omicidio nel nostro Paese si potrebbe stabilire un rapporto 2/1.000 (non vi è una regola fissa, lo stabiliamo ad intuito leggendo l'entità dei titoli di giornali in casi di questo genere) in virtù dei diversi ambiti geografici in cui sono avvenuti i due accadimenti, solo in questo caso le due informazioni avranno lo stesso impatto. Il desiderio più intimo di informazione dell'uomo è quello relativo alla zona dove si vive o si lavora. E' stato così agli albori del giornalismo con la diffusione delle prime gazzette che davano conto di fatti riguardanti un limitato raggio d'azione (per ovvii motivi tecnici considerati i mezzi con cui venivano prodotte le prime pubblicazioni) ma anche con lo sviluppo dell'editoria moderna e dei grandi quotidiani d'attualità nei quali "la cronaca locale" è un servizio sempre più potenziato dai giornali che avvertono l'esigenza sempre più pressante degli utenti di conoscere accadimenti sul proprio territorio. Potrebbe essere un paradosso dell'informazione nel 2000: più i mezzi tecnologici spingono verso una comunicazione globale, più è forte la necessità del lettore di informazione locale. Il contrasto è per alcuni una conseguenza del bombardamento informativo cui sono sottoposti i lettori investiti da notizie, servizi, reportage, dossier che sovente hanno l'unico scopo di "spettacolarizzare" e non "informare". Si tratta di una tendenza naturalmente prodotta dall'evoluzione dei media progressivamente diventati globali e immanenti. Ma come in una sorta di "big bang massmediologico" questo processo potrebbe ora involversi e portare ad una tendenza opposta...

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LA RIVOLUZIONE DELL'INFORMAZIONE

3.5. Ma il reporter serve ancora?

"Se nel futuro i giornalisti non affronteranno lo sviluppo delle nuove tecnologie e non comprenderanno i cambiamenti in atto e l'evoluzione professionale che può derivare dall'utilizzo di questi strumenti, saranno altri interessi e forze con mezzi molto più potenti a prendere delle decisioni". Il concetto è di Bill Kovacs, autore di un documento sull'etica professionale nella nuova era digitale della "Nieman foundation for journalism" dell'Università di Harvard. Internet non è solo una straordinaria opportunità per ricostruire la professione giornalistica, può anche essere un pretesto per cancellarla. Al di là dei facili entusiasmi dei ciberottimisti occorre interrogarsi sul valore e l'essenza dell'informazione prodotta con le macchine e veicolata dalle reti. Se l'interattività ripristina la comunicazione e rafforza la democrazia dei media, è anche vero che in un oceano di dati e documenti la circolazione dei messaggi avviene prevalentemente senza quel filtro, chiamato attività giornalistica, che consente al lettore un orientamento (anche se di parte) di fronte allo spettacolo della realtà. La possibilità di produrre contenuti e pubblicare senza l'intermediazione di organi stampa (come si può ancora chiamare stampa ciò che viene prodotto elettronicamente) pone di fronte ad un ulteriore paradigma comunicazionale. Quello che ieri veniva filtrato dai giornali e riprodotto sotto forma di informazione più o meno pura può essere oggi veicolato, attraverso Internet, senza nessun tipo di interposizione culturale. Che tipo d'informazione ci troveremo di fronte quindi con lo sviluppo della digitalità e lo strapotere di chi gestisce la tecnologia? Ad eccezione di iniziative di grandi operatori editoriali che sviluppano edizioni interattive di attività già consolidate su altri media (vedi la Cnn, il "Los Angeles Times", il "Sole 24 Ore" e "La Repubblica" in Italia) è indubbio che fino ad oggi i migliori contenuti offerti sulla Rete vengono dai siti delle grandi multinazionali elettroniche e, più in generale, commerciali. Un esempio è quello della Microsoft di Bill Gates, tra i primi a muoversi sui sentieri interattivi che portano informazioni al pubblico. L'home page realizzata dall'azienda di Seattle produce non solo promozione ai prodotti ma anche a contenuti ben strutturati conducendo il navigatore a giochi, intrattenimento e informazione come quella di "Slate" il giornale elettronico della Microsoft su Internet sviluppato con ingenti mezzi per la diffusione di articoli elettronici studiati per il pubblico online...

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