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LIBRI - Interno - Prima<
DA
REPORTER A CIBERGIORNALISTI: INVIATI NELLA RETE
1.1.
Perché un giornalista dovrebbe utilizzare Internet
Lampi elettronici sullo schermo del PC. Si aprono le finestre
e tre possibilità: scrivere, verificare la posta elettronica,
trovare le notizie. Scelgo la terza via, quella che mi serve al
momento. Il modem è acceso: parte la caccia. In meno di un minuto
raggiungo il ciberspazio. Attraverso un oceano di grida mute.
Sfioro bacheche elettroniche, cartelli di bit, appaiono sistemi
interattivi che portano ad altre informazioni, immagini in movimento.
L'albero si ramifica. Sono catturato dalla Rete ma non mi lascio
incantare. Taccuino e mouse in mano miro al sodo. Sto cercando
informazioni importanti che solo su Internet posso trovare. E'
il 18 dicembre 1996. La notizia, diffusa dalle agenzie, rimbalza
da qualche minuto da un capo all'altro del mondo: un commando
del Movimento rivoluzionario Tupac Amaru (Mrta) tiene in ostaggio
almeno ducento persone, cinquecento secondo altri, nell'ambasciata
giapponese, nel cuore della capitale peruviana. Nelle loro mani
ci sono ministri, ambasciatori, industriali di ogni parte del
mondo. I terroristi, attraverso il loro capo, il comandante "Evaristo",
chiedono la liberazione dei detenuti del loro movimento e di trattare
col presidente peruviano, Alberto Fujimori. Gli Usa sarebbero
pronti a intervenire. Intendo verificare innanzitutto l'incerto
numero degli ostaggi. Per fare questo decido di procedere "per
punti di vista" sfogliando uno per uno alcuni giornali con "edizioni
online". "Navigando" vado a leggere l'edizione elettronica de
"La Republica" di Lima secondo cui sarebbero 540 le persone prigioniere.
Sfoglio un altro giornale "locale" il cileno "El Mercurio" che
mi dà un numero di 310 persone. Pochi minuti dopo l'assalto vi
sono dubbi anche che l'azione sia veramente riuscita. Qualche
istante e improvvisamente compare sul sito Internet de "La Repubblica"
di Lima l'edizione straordinaria della vicenda, appaiono le prime
foto dell'attacco dei terroristi, posso valutare dalle immagini
cosa è effettivamente successo. Non mi baso solo su fonti ufficiali
come il giornale peruviano, apertamente schierato a fianco del
presidente Fujimori, navigo anche attraverso i newsgroup, i punti
di discussione sulla Rete che consentono a chiunque di dire la
sua sugli argomenti più disparati.
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1.2.
Uno sguardo alla Rete: il cibercaos e la selezione delle
informazioni, una questione di filtri e di oblii
Internet non è solo un nuovo medium è anche un universo
parallelo attraverso il quale parlare, informare, educare,
fare pubblicità solo per elencare le attività più nobili.
Un immenso giornale senza impaginazione organizzata ma con
un assemblaggio di informazioni spontaneo e in continuo
aumento. Materiale a disposizione di chiunque sullo schermo
del pc dove si ha tutto senza però poterlo vedere insieme,
a meno che non si cerchi. Ma la ricerca è faticosa e rischiosa.
La prima occhiata della mente profana alle sconfinate praterie
elettroniche porta ad un entusiasmo iniziale e poi allo
smarrimento seguito infine dallo sgomento. Il fenomeno è
noto e può essere definito come la "sindrome del navigatore
inconsapevole": un collasso nervoso che crea un'impotenza
della ricerca. Contro una simile incombenza vi è un solo
antidoto, quello della selezione delle informazioni, vitale
per un giornalista che vuole cavare il ragno dal buco della
Rete. Ma come procedere al setaccio? Il problema non è solo
legato ad Internet e alle sue maglie infinite, la questione
riguarda la cosiddetta "società dell'informazione". Il mondo
della comunicazione minaccia di profilarsi come un ambiente
di rumore assoluto dove le voci si accavallano, i significati
si smarriscono, la riflessione tende a passare in secondo
piano. Gli scienziati che studiano i meccanismi cognitivi
della nostra mente rilevano come una delle funzioni più
importanti del nostro cervello sia l'oblio...
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REPORTER A CIBERGIORNALISTI: INVIATI NELLA RETE
1.3.
Galassie e grappoli ipertestuali, come viaggiano le informazioni
fluttuanti sul World Wide Web
Su Internet i materiali giornalistici, come le altre informazioni
fluttuanti nel mare magnum della Rete, viaggiano a grappoli.
Si compongono e si scompongono come in una galassia con
centri gravitazionali attraenti. Un caos organizzato dove
i contenuti appaiono, fluiscono e scompaiono senza stazioni
né canali. Questo almeno nella fase attuale dove vige ancora
un'organizzazione delle informazioni orizzontale: chi arriva
e dispone dello spazio inserisce contenuti a suo piacimento.
Nella lettura del materiale la logica è quella dell'ipertesto:
Si parte da quella che può essere definita una porta, un
tronco, una sorgente "di accesso" centrale da cui poi risalire
alle informazioni attraverso labirinti, rami, e ramoscelli
dove le informazioni si moltiplicano. E' un'anatomia che
genera degli "addensatori" tematici consentendo la lettura
di contenuti più o meno "freschi". Nella diffusione dei
materiali in campo giornalistico tale struttura ha da tempo
formato un ibrido mai verificatosi nella storia della comunicazione:
fonti di tipo tradizionale, non ufficiali ed istituzionali
si amalgamano spontaneamente offrendo informazioni diversificate
che si integrano e si adattano. Eloquente il caso della
Città Invisibile, sito emblema del pionierismo telematico
in Italia. La sua edicola elettronica, una delle più fornite
ed aggiornate sulla realtà editoriale digitale del nostro
Paese, è una piramide di link 1 che proietta il lettore
della rassegna verso fonti disparate...
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REPORTER A CIBERGIORNALISTI: INVIATI NELLA RETE
1.4.
Da dove vengono le notizie su Internet: dai giornali ma non solo
Da dove vengono le notizie? Da quale territorio della comunicazione
proviene "ciò che vale la pena pubblicare" 1 ? La questione è
naturalmente legata alle fonti e alla selezione e scelta giornalistica
delle informazioni. Si può rispondere in questo modo: quantitativamente
la maggior parte delle informazioni mondiali proviene dagli Stati
Uniti che, con un sistema mediatico senza pari, producono almeno
il 60% del materiale giornalistico che circola a livello globale.
Qualitativamente è invece notizia ciò che assume nella proposizione
di un fatto una novità assoluta, è attualità. Ma la questione
è aperta. Secondo il giornalismo anglosassone spesso è notizia
ciò che in un'informazione viene volontariamente od involontariamente
occultato dalla fonte. In genere è notizia anche ciò che viene
diffuso per la prima volta o che riguarda l'inusualità di un fatto.
Su Internet, da dove vengono le notizie? Ci sono? Chi le produce?
Come sono fatte? E quanto valgono? La corsa al ciberspazio assomiglia
molto alla corsa all'oro intrapresa dai primi pionieri che colonizzavano
le immense praterie del Nordamerica. Tutti si muovono per trovare
qualcosa attratti da un universo vergine da esplorare e sfruttare.
Alcuni raggiungono i territori elettronici spinti dalla curiosità
e dall'entusiasmo, facilitati da un medium che consente di diffondere
a basso costo informazioni ad un largo pubblico...
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REPORTER A CIBERGIORNALISTI: INVIATI NELLA RETE
1.5.
L'edicola americana: la nuova frontiera del giornalismo
elettronico
Gli incerti esperimenti online che man mano arricchiscono
l'edicola elettronica del nostro Paese sono il primo passo
verso una consapevolezza digitale che negli Usa l'editoria
sembra già aver raggiunto. In America la calata nel ciberspazio
è iniziata naturalmente con l'avvento del WWW che permette
la diffusione di contenuti complessi, dal testo alla grafica
fino ad immagini e suoni. In uno scenario editoriale dove,
a causa della configurazione geografica del territorio,
le telecomunicazioni assumono un'importanza fondamentale
e sono fortemente favorite dall'uniformità linguistica del
Paese il giornale elettronico sul World Wide Web è ormai
considerato una protesi dell'edizione cartacea con cui interagire
per promuovere i contenuti tradizionali ma anche per produrre
informazione elettronica attendibilie, il tutto ai costi
di distribuzione di Internet. Le tariffe telefoniche basse
(molto più che in che in Italia), la diffusione del computer
nelle case americane e quella delle connessioni alla Rete,
oltre 30 milioni di utenti, hanno fatto il resto consentendo
la pianificazione di politiche pubblicitarie basate sul
numero di accessi al sito dell'edizione interattiva. Negli
Stati Uniti si è da tempo compreso che su Internet il giornale,
la rivista, l'agenzia non può essere quello che è stato
finora. Cambia la prospettiva, la logica e il significato
stesso di informazione. I primi a scoprirlo furono gli editori
del californiano San José Mercury News, considerato "il
pilota" dei giornali americani online e non a caso il quotidiano
della Silicon Valley e quindi prodotto delle prime applicazioni
Internet a beneficio dell'editoria. La testata ha subito
sfruttato l'interattività per generare un giornale elettronico,
"protesi" o "alter ego digitale", di quello cartaceo che
rafforzasse i corposi contenuti locali di un giornale che
fa dell'informazione sul territorio un proprio punto di
forza...
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